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martedì 22 novembre 2016

Di herpes e affini



l'altra sera Ziz mi fa “oh, ma lo sai che è da maggio che non scrivi sul blog?”
ho mugolato uno dei “mmmmm... si....” sperando che la situazione restasse a galleggiare come il mio mugugno, ma Ziz ha incalzato con “... e perchè non scrivi?” ed io ho risposto “perchè non ne ho avuto voglia”.
Ebbene si Padre, ho peccato.
Non riesco a fare tutto, quest'anno poi non so come sono arrivata alla data del 22/11 senza che sia successo qualche disastro.... è stato un anno caratterizzato da un andamento climatico che camminava mano nella mano col mio herpes: c'era tempo di merda? Ecco l'herpes; c'era qualche casino tipo 6000 bottiglie di prosecco dormienti e non fermentose? Eccolo nella prossimità dell'occhio. C'era qualche macchinario che decideva di abbandonarmi quando avevo l'uva nella tramoggia? Lui, il mio fido herpes era con me, una simbiosi che denotava stress, su stress, su stess.

Non so come non ho fatto a sbroccare, anche se sono stata perennemente incazzata: con le pioggie, con l'umidità, con la peronospora di merda prima e con quei magnifici insetti dopo, col bolle che non bollivano.
Sono sopravvissuta, ma mi pare di aver combattuto una guerra.
Sono sopravvissute anche le mie viti, stremate e bisognose di fladen a più non posso adesso e di qualche rigenerante sta primavera.
Sono sopravvissuti i macchinari e anche le bolle che poi hanno bollito, e pure il vino nuovo che sta riposando.
In tutto questo casino non avevo voglia di lamentarmi, o di fare finta che tutto andava bene, tanto c'era lui - l'herpes- a dire la verità, solo che voi non lo leggete, lo vedete.
Per questo non ho scritto, dovevo ritrovarmi.
Il vino nuovo m'ha fatta ritrovare, coi suoi profumi e i suoi gusti, col raccolto che è scarseggiato ma che è un grande raccolto.
E adesso le cose vanno piano piano al loro posto, come le tessere di un mosaico che si chiama vita, sono meno stressata ma l'herpes è ancora li, segno che devo ancora trovare lo zen giusto.


martedì 10 novembre 2015

november fog - di nebbie ed affini

Benché in molte parti d'Italia di parla dell'estate di S. Martino qua è S. Martino davvero: umido, nebbia che non si vede a 20 metri e quando si vede sono tipo 150 quando va bene. Neanche a dirlo le due stufe vanno di brutto, almeno ci asciugano mura ed ossa.

I ragguagli della situazione sono i seguenti:
  • sono molto felice della vendemmia fatta. La raccolta è stata bella, con gradazioni interessanti e con tempistiche degne di una vendemmia normale. Se non avessi preso la peronospora nel Tocai e in Parte del Merlot sarei stata più felice, ecco.
  • Abbiamo finito la parte più dura fisicamente: tutti i mosti sono stati pressati ed abbiamo già fatto i travasi sgrossanti, levando le fecce puzzone.
  • Abbiamo messo via tutte le attrezzature con una tempistica record, ben lavate ed ingrassate.
  • Stranamente è stata una vendemmia meno faticosa del solito, forse perché avevo un aiuto importante.

Nel reparto bestie ed affini:
  • C'è una new entry, beppina la birichina, ovvero una vitella da carne.
  • Le capre sono sempre alla stessa quota, con i recinti da fortificare perchè pepe e berto sono sempre che tentano di buttarli giù con le corna.
  • Pure pachito si è impegnato a buttar giù mezza parete della sua casetta, rotolandosi a destra e sinistra, quindi anche qua ci sono lavori da fare.

Per il resto non mi sono mossa tanto, non sono stata a Fornovo e me ne dispiaccio perché avrei voluto assaggiare i cileni e salutare gli amici. Mi muoverò per Vini Corsari a Barolo 29-30 novembre mi raccomando!!!

Di altre peripezie scriverò più avanti, mi ripropongo sempre di venire un po' più spesso a scrivere qua, ma alla fine le cose da fare sono sempre tante.... speriamo di riuscirci!

lunedì 26 agosto 2013

change!!!!

Da quanto non scrivo? Da tanto, forse troppo penserà qualcuno, altri invece non se ne accorgeranno nemmeno visto che sono sparita dall'etere della rete; non voglio stare qua a piagnucolare sul perchè o sul percome ma è stato un anno e mezzo bello intenso.
Abbiamo fatto il passaggio generazionale da mio padre a me a gennaio 2012 che ha comportato il "tramandare" burocrazia, attrezzi, vino che rimane, e pensieri vari che riguardano mutui e storie varie di chi fa impresa in italia in tempi non proprio buoni. Non ho però paure o timori perchè sono stata abituata a fare "il passo in base alla lunghezza della gamba".
Ho deciso di affidarmi ad uno studio per quello che riguarda la mera burocrazia perchè non ce l'avrei fatta da sola: troppe carte, troppe scadenze a cui stare attenta da sola, e sopratutto molta di questa concentrata in periodo di vendemmia in cui il mio corpo/testa devono stare concentrati sull'uva e sul mosto che diventa vino.
Credo sia stata una scelta azzeccata, soldi ben spesi da me che ho gente che FINALMENTE conosce l'esistenza dell'uso della mail.
Abbiamo fatto un restyling della cantina durato tutta l'estate del 2012: locali rinfrescati con pittura epossidica, pavimento nuovo di zecca, alcune vasche di cemento nuove e tutta la zona pigiatura nuova anche quella.
Di rinfrescato c'è anche la cantina piccola nella parte vecchia, che però lo ammetto è ancora incasinata perchè sto aspettando l'inverno per usare delle tavole di olmo vecchio per fare degli armadi per mettere le bottiglie della collezione di mio padre e della mia. Questa parte è dedicata all'accoglienza per chi vorrà passare a trovarmi per bere un buon bicchiere di vino.

Per quello che riguarda la parte nei vigneti abbiamo avuto un 2012 molto caldo, forse troppo, che ha dato però dei vini molto interessanti: i rossi sono venuti una bomba, ma il vino che più mi ha colpito è stato il Prosecco e dopo spiegherò perchè. Quest'anno invece abbiamo avuto un annata davvero anomala: fino a giugno acqua e solo acqua... una disperazione ogni volta che trattavamo perchè molto spesso poi pioveva e dovevamo ritornare in vigneto. Inutile dire che la peronospora ha fatto un bel po di danno dappertutto, ma molto impressionante nel Raboso: un grappolo su due colpito nel momento della fioritura. Fortunatamente siamo riusciti a salvare il raccolto a differenza di chi, e mi spiace molto dirlo, ha perso tutto il Raboso.
Dopo la pioggia ecco una botta di caldo che ha provocato ustioni nella parte di vigneto nuovo del Prosecco, che abbiamo dovuto irrigare.
Ora abbiamo finito, spero, di lottare contro la tignola e la tignoletta a colpi di bacillus... inutile raccontar cazzate, ha colpito Raboso e Tocai e ad essa si è aggiunta anche la botrite... tutto sotto controllo... monitoraggio giornaliero e anche più volte al giorno.
Insomma non è stato un anno facile ecco, ma se non succedono disastri dovremmo portare a casa il raccolto senza grossi drammi. Certo la quantità ed il peso, e poi la resa saranno molto variabili.

Veniamo ai vini.
Per quanto riguarda il Prosecco è ancora in commercio l'annata 2011 che dopo un momento di riduzione (è risaputo che è mooolto introspettivo il Prosecco nei suoi primi mesi di vita in bottiglia) ora sta dando delle soddisfazioni non da poco e credetemi che è una bella melodia per le mie orecchie. Non tanto per vanità, più perchè capisco che le mie scelte sono azzeccate.
L'annata 2012 è stata imbottigliata sabato. Anomalo direte voi, certo rispondo io: fino a giugno ha fatto troppo freddo e il vino stentava a rifermentare; le prove di imbottigliamento che ho fatto sono partite ad inizio agosto ed è normale visto che i lieviti indigeni in rifermentazione non hanno la stessa potenza dei selezionati.
Ma mi va bene così, alla fine è rimasto nel suo feccino che veniva mosso molto spesso ed ha acquisito una complessità molto interessante. Ora sto dicendo tante preghierine perchè rifermenti bene e tranquillamente, così da passare la certificazione.

Il Raboso 2010 si sta piano piano esaurendo, mentre per il progetto del Raboso 2008 siamo prossimi all'imbottigliamento anche se non voglio fare grossi avvisi fino a che non va in bottiglia per davvero.

Abbiamo presentato un nuovo rosso sa tavola, El Gat Ros, che è un Cabernet Sauvignon 2010 che inizia a girare per i locali e le enoteche.

Abbiamo trovato un importatore per l'Australia, uno per Hong Kong, uno per la Svezia e uno per il Portogallo. Ci bevono anche ad Amsterdam con grande piacere.
Insomma è stato un periodo ricco di grandi cambiamenti, di fatiche e di soddisfazioni che mi han resa molto occupata e concentrata ma anche felice. Ci sono stati anche i  momenti tristi, la perdita di persone care e giovani, lo sconforto e le lacrime ma non è questo il luogo per raccontarli.... preferisco ricordarle quando sono in vigneto.
Mi resta una vendemmia da preparare, un nuovo vino che nascerà e un ciclo che si ripete, un ciclo di gioia.
Spero di riprendere il mio aggiornamento con più frequenza per chi passa di qua.

ps: sto lavorando ad un sito che includerà anche il blog.... speriamo bene :)

see you!!

martedì 27 dicembre 2011

Per tutti era Giorgio Bocca, giornalista, per lei è il suo papà.



Per tutti era Giorgio Bocca, giornalista, per lei è il suo papà.

Non voglio parlare di Giorgio Bocca, consiglio di leggere quello che ha scritto e magari di vedere qualche intervista... magari non quella che gli ha fatto Fazio, ma qualcuna di più seria ed originale.
Non parlerò nemmeno di quella straordinaria persona che è la vignaiola Nicoletta, o dei suoi buonissimi vini che quando li assaggio resto sempre come Alice nelle sue Meraviglie: estasiata, mentre il Capitano mi guarda e mi dice "si dai... è buonino....".
Il giorno di Natale abbiamo perso un uomo che ha sempre detto ciò che pensava, come Montanelli, come Biagi... ricordiamoci che qualcuno ha perso il suo papà, semplicemente il suo papà.
In alto il calice Capitano!

sabato 19 giugno 2010

granello di pepe


Torno, a fatica.
Come a fatica ultimamente provo a vivere di nuovo, perché tocca a me.
Questo mese è stato duro, molto duro. Ho perso una persona cara, un amico che era un fratello, colui con cui preparavo la vendemmia, con cui parlavo dei nostri vini dell’azienda, del se imbottigliarli o attendere, del “senti che buono che è questo…”. L’ho perso in un modo stupido, talmente stupido che sono rabbiosa; ma forse sono più rabbiosa per la velocità dell’accaduto, o forse perché non lo vedrò più o forse non so perché.
Deve ancora arrivare, ma credo che questa sarà una delle vendemmie più brutte in assoluto, brutta perché non avrò più il confronto con Enrico.
Mi pare quasi che la vigna vada avanti per inerzia come me: l’uva è allo stadio “grano di pepe”, c’è un po’ di peronospora, la botrite in qualche punto;d’altronde il tempo piovoso e il clima umidiccio sono una manna per loro e disperazione per noi. Tocca essere vigili, non comunali, ma nel senso di vigilare, osservare.
Abbiamo descalzato le viti di Raboso, quelle del Prosecco, il Tocai ed il Cabernet, poi le abbiamo passate con il badile attorno al colletto. Mi sono venute come ogni anno le vesciche da badile, però non me ne sono quasi accorta. Pensavo ad altro.
Questa settimana abbiamo anche cimato, forbice alla mano, passi lunghi e ben distesi e su e giù, su e giù per la vigna tra una spruzzata di acqua piovana e gli scarponi pieni di “paltan”, pantano-fango; ho sentito le gambe pesanti, mi sono pure “inortigada” ovvero punta con le ortiche per poi accorgermene sotto la doccia, quando davvero un po’ sentivo il bruciore.
Di sera fa freddo, la tv dice che il caldo è finito… spero non sia così, perché sennò non mi matura l’uva.
Sono anche andata al convegno sui Lieviti organizzato a Bologna da Vinnatur, dove mi sono trovata anche con Claudia ed Elisa che mi hanno scaldato un po’ il cuore, dove ci siamo confrontate tra fermentazioni, tubi da tirare, pied de cuve. Bello il convegno, molto intimo quasi, con dei relatori che erano dei miei ex compagni di classe: Federico , Andrea e Maurizio. Si è cercato il confronto tra fermentazioni spontanee, controllo della temperatura e non, pied de cuve, ossigeno si e ossigeno no. Certo è che urge il confronto con Angiolino, sia da persona a persona, sia come visioni di azienda da condurre per ottenere vino.
Nel mentre è passanto anche Henk in azienda, un signore olandese che ho conosciuto a Cerea. È stato accolto dai miei col loro italiano, lingua che lui capisce ma che parla poco poco, pare si siano capiti. Sono quasi contenta abbia trovato loro, l’anima genuina dell’azienda nel vero senso della parola, più che me che si so un po’ di inglese, ma davvero poco.
Poi abbiamo deciso per la bobina delle etichette per il Prosecco DOC 2009, che se tutto va bene etichettiamo nel giro di 15 gg (tipografia permettendo) e che poi riposerà un po’ prima di essere venduto. Anche perché c’è la terza partita dell’igt 2008 che è in fase di ultimazione della sosta prima della vendita.
Se tutto va come deve poi lunedì finalmente partirà il primo ordine per Caves… sono 15 giorni che giace li, pronto, forse stavolta ce la fa….
Naturalmente nel tempo morto io continuo ad etichettare Raboso, mi restano 720 bottiglie fronte-retro da fare a mano. Una volta etichettavo con gusto, da 15 giorni a sta parte no, perché poi la testa pensa e finisce che penso sempre a lui.
Ho scritto alla rinfusa, lo so, ma se non scrivevo così forse non scrivevo proprio… in questo momento è il modo migliore con cui riesco ad esprimere emozioni che non siano lacrime.
Spero che nel prossimo post ci siano cose felici da comunicare.

martedì 8 giugno 2010

scusate l'assenza

scusate l'assenza ma sono giorni umanamente duri, a cui si aggiunge il lavoro in vigna e cantina...
vorrei ogni giorno della mia vita così duro, di badile e sudore...pur di riaverlo con noi
baratterei ogni giorno col badile per cancellare quell'ora di domenica....
tornerò, lo prometto... ci vuole solo tempo, un pò di tempo