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martedì 30 dicembre 2014

Buon fine e buon inizio!!

Insomma è arrivato anche fine anno e con lui un pò di freddo, la neve è scesa ma subito è scomparsa lasciando un pochino di nostalgia.
Complice il sole siamo riusciti ad avanzare con le potature ed il freddo fa si che la terra si asciughi e qualche parassita/virus/malattia sia debellato, ma per i miei gusti fa ancora troppo caldo ecco.
Nei fossi c'è il ghiaccio, il che significa che anche dalle capre c'è il ghiaccio nei secchi dell'acqua il che risignifica che devo portare acqua tiepida per farle bere; nelle loro cuccie-casette c'è la paglia che le riscalda col loro folto pelo... sono animali forti!!
Pachito invece sta al caldo in stalla, con Rosina; molto spesso li becco accovacciati che si guardano e chissà cosa si dicono nella loro lingua.
Mi sono riposata questi giorni di festa: grandi mangiate ma anche grandi, grandissime dormite di cui avevo tanto bisogno; tanto affetto da parte della mia famiglia e di chi mi vuole bene che anche questo mi mancava coi miei vagabondaggi.
Domani è l'ultimo dell'anno e il mio desiderio è di finire bene ed iniziare meglio!
Per il nuovo anno desidero sole, che le viti non debbano soffrire per la troppa pioggia, che non ci siano mille mila malattie da dover combattere a colpi di trattore ed atomizzatore un giorno si e uno no; che il sole porti via i pensieri brutti e cattivi e che mi scaldi un pò le ossa.
Per me desidero la salute, come sempre, il resto ce l'ho e quello che non ho è superfluo.
Buon fine anno e buon anno nuovo!!

Auguri!!!



lunedì 3 ottobre 2011

ottobre caldo

Siamo ad ottobre e fa caldo: il sole scalda ancora bene, la mattina c’è la rugiada che pare acqua e se sei in scarpe da ginnastica ti bagna fin quasi ai calzini.
Ottobre è mese di gattini, i nuovi 4 hanno credo 3 giorni, 3 grigi e 1 juventino; se ne stanno buoni a godersi il sole quando si affaccia sul fienile dove ci sono loro e la loro mamma-gatta.
Ottobre è mese di raboso: è ancora in vigna, credo ci resterà ancora almeno 15 giorni, nonostante i dati analitici siano per la raccolta io lo lascio li, seguo il cuore e l’acino nella bocca quando mi metto li e penso…

Penso che l’annata è stata strana e che questa stranezza è tutta nei dati analitici: io sono enologo, ma mai ho creduto ai numeri; ho sempre creduto di più a quello che mi trasmetteva il vino, alla sua stoffa. Misteri dell’annata.

Osservo numeri e penso.

Penso che 20 anni fa mi passavano una cassettina da 45 minuti: c’era scritto “Nevermind” ed io avevo gli anfibi e un chiodo di jeans (l’ho ancora sepolto nell’armadio ehehhe) e fu un album che mi fece fare metri. Poi seguirono i Pearl Jam ma questa è un'altra storia.
Penso che mi vien voglia di fare una riserva-senza riserva con quel raboso che fa già 19.20 di babo.
Penso che sono come 20 anni fa, e che dovrò comprare delle barriques usate.. almeno una decina… ma dove me le metto? Misteri della cantina troppo piccola.
Insomma, penso e cerco di godermi questo ottobre fatto di pensieri e ricordi e sogni di come mi sarei vista a 35 anni… meglio? Peggio? Mah… misteri di una vignaiola.

martedì 9 agosto 2011

cose da fare in agosto

che fate voi ad agosto?
se siete da queste parti non perdetevi la sagra in calderba evento tipico del mio paese, dove si mangia bene, si beve meglio e ci si diverte anche, il tutto sotto alle bellussere.
se invece andate in ferie, beh, buone ferie!
noi in famiglia le abbiamo fatte a metà, resto solo io che non vado, ma mai paura! ci sarà tempo questo inverno, ora c'è la vendemmia da preparare :)

lunedì 18 luglio 2011

luglio col bene che ti voglio


È arrivato anche luglio.
Tante cose abbiamo fatto in questa estate, guardando le viti che facevano il loro corso come ogni anno, però quest’anno è tutto anticipato di un mese: fioritura, allegagione e forse vendemmia.
La settimana scorsa abbiamo iniziato a preparare la cantina: le nostre vasche di cemento sono state lavate con una soluzione di soda prima e di acido dopo così da sanitizzarle, infine una bella passata con acqua e idropulitrice a 130° in modo da eliminare i microrganismi deleteri per il mosto e per il vino. Questa settimana se il tempo lo permette continueremo con la zona pigiatura (buca e pigiadiraspatrice) e con tutte le tubazioni, mentre morsetti e raccordi sono già puliti e pronti.

L’ attesa per la vendemmia è grande, come ogni anno, perché bisogna stare attenti a non sbagliare, e anche se le vendemmie operative sono quasi 15 non sono mai sicura di niente, e mai tranquilla del tutto.

Il raboso 2008 tra poco verrà imbottigliato e le barriques saranno riempite di raboso 2009 che riposerà per almeno 18 mesi dentro queste. Avevo pensato al magnum francese da 3 litri, vedremo se riusciremo a farlo perché il diametro è un 32 e trovare un tappatore è un po’ un’impresa.

Poi dopo la vendemmia imbottiglieremo anche il glera 2010, ovvero quello che fino all’anno scorso era il prosecco nella versione ferma; dobbiamo ancora pensare al nome e all’etichetta e se farlo uscire come igt o come vino da tavola. Io so solo che è fantastico: minerale e secchissimo, con note di camomilla e the… lo berrei tutto io….

Non ho ancora pensato alle ferie, le mie, credo che quest’anno non ce ne sarà il tempo ma spero e mi auguro che finita la vendemmia ci scappi qualche giorno di relax.

Se voi avete la fortuna di farle vi auguro che siano all’insegna del sano relax, della buona tavola e del buon bere: che dio bacco sia con voi!


foto: Pippo nelle viti di pinot chardonnay sabato 16 giugno

mercoledì 17 novembre 2010

Una piacevole conoscenza.


Metti che, complice una degustazione in zona la sera prima, tu possa ospitare a casa tua una persona conosciuta nel web; metti che questa persona sia una che “il prosecco non è proprio nelle mie corde….”; metti che gli crei anche un minievento ad hoc… ecco che nasce #colfondo1bis, ovvero un colfondo per Ziliani ( assente giustificato a #colfondo1).
Ebbene si, ce l’abbiamo messa tutta per “convertire” il buon Franco e a dire il vero non è servita nemmeno tanta spinta.

Martedì ci siamo ritrovati noi col fondisti in azienda Gatti per comodità ed abbiamo organizzato una degustazione dei nostri prosecchi. Dopo le chiacchiere di conoscenza, bicchiere alla mano abbiamo declamato, ognuno con dovizia di particolari, i nostri vini mentre Franco annotava.
L’ho osservato con cura e devo dire che ha riempito ben bene il suo block notes di storie di vino e di uomini: con gentilezza dava il via ad ogni produttore, chiedendo con curiosità, ascoltando di racconti di terra, pendenza, altezza, vitigni, lieviti, lavorazioni e quant’altro.
Non sto qui a scrivere di degustazioni, lo farà lui nel suo nuovo blog, mi interessa descrivere il clima della giornata, che è passata velocemente in maniera davvero inaspettata.

Ci siamo addentrati nelle degustazioni, questa volta 5 bicchieri a testa, così da comparare zone e vini… (si eravamo 8, però 3 non ce l’hanno fatta a venire e mi spiace tanto, però ci siamo accordati per un mini-tour dei mancanti appena ricapiterà in zona perché pareva brutto lasciargli le bottiglie degli assenti senza che avessero modo di spiegare le loro creature); per smezzare avevo fatto dei grissini di pane con il feccino di un travaso di proseco nuovo che pare siano stati molto apprezzati (leggere bruciati!!! Dalle bocche non dal fuoco per fortuna).
Alla fine della degustazione abbiamo avuto il piacere di assaporare una soppressa della Selezione Zanotto, che col prosecco colfondo è eccezionale e finire di fare le nostre chiacchiere degustando l’arancione e la nuova creatura di Costadilà e il Raboso nostro.

Che dire? Mi pare che sia stata riuscitissima, che ci siamo divertiti in maniera ludica e che abbiamo sfatato al buon Franco l’idea che il Prosecco non sia nelle sue corde: lo è, eccome!!! Lui pensava che “tutti i prosecchi si assomigliassero e che assomigliassero al classico spumante da aperitivo...” Nono!Questi sono prosecchi-colfondo-mangia-e-bevi!

Evviva il popolo dei col fondisti, evviva il territorio, evviva noi produttori, evviva il colfondo!!!

QUA LE FOTO

domenica 1 agosto 2010

Agosto ed i pensieri contadini.

È arrivato anche agosto, un mese che molti attendono per poter fare ferie, un mese che io trovo stancante proprio per l’idea delle ferie: milioni di persone imbottigliate per le partenze intelligenti, che sono quasi sempre deficienti perché deficiono sull’intelligenza.
Comunque sia stamattina abbiam spedito i genitori alla volta di Londra, che loro si han bisogno di ferie, mentre noi saremmo occupati a fare varie ed eventuali.
Così ci districheremo tra cose da fare di normale abitudine, l’orto e le primizie da raccogliere, gli animali dupedi e quadrupedi da s
eguire, carte che non mancano mai e varie ed eventuali.
Posso dire che come azienda la nostra è abbastanza sostenibile, non che io non lo sapessi, però me l’ha fatto notare Christian quando nel descrivere gli abitanti che popolano la nostra terra mi ha detto candidamente “è, c’avete tutto!”… effettivamente abbiamo tutto quello che serve o quasi: l’orto ci sfama sia d’estate che d’inverno molto allegramente; la carne non manca ed è varia tra vacche, polli, anatre, oche; il vino ci disseta e se volessimo potremmo piantare anche il grano per farci il pane (cosa che i miei nonni facevano fino agli anni 70 anche per altre famiglie visto che avevano un
forno grande che purtroppo non c’è più). Certo è un lavoro grosso seguire gli animali e andare ogni giorno nell’orto, che di solito fa la mamma che ha la passione di piantare o mettere a covare e poi vedere che cresce qualcosa; la parte delle vacche è invece del papà che si districa tra 1 vacca, 1 manza, e 2 vitelle piccoline.
A me non secca seguire tutte e due le cose, anche se devo dire che quando è l’ora di farli passare a miglior vita io non ci sono mai: mi da fastidio, fosse per me le bestie morirebbero con me, vecchie e
paciocche.
Queste poche righe per dire che sta settim
ana è la settimana delle ferie contadine, attendendo la vendemmia che è alle porte!!!

la foto è presa da farmville, il gioco di facebook che ti fa fare il contadino

mercoledì 28 aprile 2010

innesti di vita e di piante

Oggi sono andata ad aiutare un amico della mia famiglia/mezzo parente che piantava un nuovo vigneto di Prosecco a filare.
Credevo di smazziarmi e invece mi hanno messo a tagliare le radici delle barbatelle assieme a Toni, un arzillo nonno di circa 80 anni.
Ho passato un pomeriggio davvero interessante tra racconti di vita suoi e ricordi miei.
È una persona semplice Toni, ma ricco di esperienze e storia: a 11 anni gli hanno regalato la falce per tagliare l’erba e a 14 tagliava già come un uomo di 22/25 anni, veloce e bravo.
Poi ha spiato i segreti dell’innesto ed è diventato il più grande innestatore della zona: innestava ed innesta qualsiasi tipo di pianta, dalle rose ai biancospini selvatici, passando per ciliegie e alberi da frutto misti.
Nel suo vigneto davanti casa è possibile vedere più piante di rose con boccioli di tanti colori diversi, ed ha tantissimi alberi da frutto.
Spero di riprenderlo e di fotografarlo, ma soprattutto di imparare i segreti del suo mestiere di innestatore… mi sono già proposta come garzone d’innesto….

venerdì 23 aprile 2010

Che cosa succede in via campagne 29?

Prosecco che germoglia a manetta

Mi scuso se ho postato solo foto con poche parole, però è un momento un po’ da mille miglia e trovo il tempo di scrivere solo oggi.
Oggi il tempo è un po’ così, sono stata in cantina a preparare il Prosecco col fondo 2009 che imbottiglieremo lunedì, ho controllato che fosse tutto in ordine; ieri ho preparato la partita di vino sfuso che andrà in Finlandia: ebbene si! Pare che il nostro Cabernet laggiù piaccia parecchio!
Per quanto riguarda il fronte promozione, stiamo preparando l’Adunata a Bergamo: anche qui porteremo il Cabernet sfuso e forse, se non fa troppo caldo, un po’ di bianco.
Tanti ci chiedono perché rifacciamo l’adunata: a noi piacciono le sfide! L’anno scorso a Latina la posizione non ci ha favoriti, nonostante tutto però abbiamo fatto conoscenza con parecchie penne nere che hanno apprezzato il prodotto e che quest’anno ci hanno chiesto se torniamo. Così, visto che Bergamo non è tanto lontana, sabato scorso siamo andati in avanscoperta ed abbiamo visto che quest’anno la posizione è davvero quella giusta, per cui ci si lancia.
Poi abbiamo portato il Campagne29 ed il Merlot al banco d’assaggio della fiera dei vini di Basalghelle, quest’anno alla 33° edizione: un po’ per vedere cosa succedeva, un po’ per vedere con che altri vini gareggiavamo.
Ieri sera han fatto le premiazioni e ci siamo aggiudicati una caraffa ed un bicchierozzo con il logo della festa: niente premi o medaglie, c’era gente più navigata di noi! Ma non fa nulla, visto che venerdì 30 aprile, sempre a Basalghelle, parteciperemo a Calici di Stelle potremmo dare la possibilità di degustare i nostri prodotti tastando il polso dei possibili clienti, che secondo me è più interessante di una medaglia o di una targa come primo premio.
Per l’occasione abbiamo deciso di fare un piccolo questionario, per capire cosa pensa e come degusta il nostro prodotto la clientela stessa, visto che a parte i clienti abituali che abbiamo e il riscontro positivo di Cerea non abbiamo altri metri di misura.
Domani invece andrò a GustoNudo a Bologna, ad annusare l’aria e a degustare vini, magari ci scappa di partecipare l’anno prossimo.
Intanto le vigne germogliano: il Prosecco ed il Raboso sono già avanti, il Merlot ed il Cabernet sono un po’ indietro, ma si rifaranno. Se piovesse un po’ aiuterebbe.
Bevete bene in questo we!

mercoledì 10 marzo 2010

neve a marzo





Oggi nevicava.
Ha iniziato alle 7 del mattino, dopo giorni di vento “stile-bora-di-trieste” che ci portava via.
La bora secca per l’ultima volta i tralci tagliati già un po’ secchi, tralci che siamo riusciti a bruciare ieri, in mucchio. E sempre ieri siamo riusciti a passare il “resteon” sui filari per raccogliere anche gli ultimi rimasugli di tralci. Ma torniamo a noi.


Oggi nevicava: fiocchi belli grossi che in un ora han fatto 10 cm buoni. Poi ha smesso, giusto in tempo per recuperare Francesco, camperista per scelta, fotografo per passione e Nina la sua fidata compagna di viaggio.
Ci eravamo accordati per una visita, la sua, visto che era da queste parti e visita fù.
L’ho accolto nel casino che accoglie una nevicata-bufera che tutti chiamano ma che te non ti aspetti: acqua e poltiglia di fango e neve, foglie dappertutto, cantina adibita a momentaneo stoccaggio di pianta di limoni bella grande (leggasi albero), semprepieni di varie misure di vetroresina (i miei contenitori degli esperimenti), gatti infreddoliti che cercano riparo.
Io vestita da palombaro multistrato, ho risposto alle sue domande, alla sua curiosità, spero al meglio.
Poi siamo passati alle cose serie, ovvero l’invito a pranzo con noi fatto dalla mia mamma.
La mia mamma è un’ottima PR, senza aver fatto lezioni all’università è capace di conquistare cuori e stomaci con un piatto di gnocchi al pomodoro, un po’ di lesso e un po’ di purè.
Volevamo comprarlo? Giuro di no, suo malgrado si è trovato nella Bufera-Famiglia-Gatti ovvero la quint’essenza della genuinità.
Così tra tante cose dette (le mie) e tante ascoltate (le sue) abbiamo passato dell’ottimo tempo a confrontarci.


Gli ho pure fatto vedere dei miei scatti… cosa che succede rarissimamente poiché tutto quello che esce dal connubio testa-cuore-occhio è comunque mio figlio, come il vino.
Insomma! Oggi nevicava ed io mi son divertita come se ci fosse stato il sole.


Grazie Francesco!! Ci si rivede!!



Ps: tra tutte le foto ho scelto la capra perché è testarda, e perché oggi col berretto di lana peruviano gli assomigliavo un po’ :-)


Foto: capra e Francesco ad opera di Francesco Orini Fotografo.

l'altra sono io, fatta da me.


lunedì 1 marzo 2010

sfide di cantina, sfide di vigneto

“Mi piace chi mi sfida.
Il mio vino mi sfida ogni vendemmia, ed io sfido lui.
A volte vinco io, altre volte vince lui. A volte facciamo pari.” l'enologa.

Ho scritto questo ad un webnauta, persona che scrive di cibo e vino, che stimo per la semplicità con cui racconta del vino e del cibo, che mi ha “sfidato” a scrivere di più delle nostre fatiche.
Accetto la sfida e provo a scrivere qualcosa di “mio” e “nostro”.
L’altro giorno guardavo le bellussere e mi chiedevo che annata ci aspetterà: scrutavo il cielo, guardavo i fossi pieni d’acqua e guardavo i tralci: le gemme iniziano a gonfiarsi, sentono la primavera che arriva a dispetto di questo tempo che ci regala sole a singhiozzo.
Per terra qua e la spuntano le margherite, tra i tralci secchi che leveremo appena asciugherà un po’ il terreno.
Guardavo tutta questa meraviglia e chiedevo di avere un’annata come il 2008, l’annata perfetta per quello che riguarda la simbiosi di noi umani con loro viti: uve sane, polpose, profumate, che han dato dei signori vini. Nonostante la grandinata in fioritura.
Sarà così? Non lo so, ma vorrei tanto…. Grandinata esclusa!!!
Lo vorrei per tutte le fatiche che facciamo ogni giorno, per i calli che ci fa la potatura in inverno, o l’uso del badile in estate, per le mani colorate di nero in vendemmia e le ore passate ad osservare le vasche che fermentano scrutando il momento ottimale per travasarle ed abbassare la temperatura del mosto che diventa vino.
Lo vorrei per tutte le carte che devo fare, che sia un’ annata buona o meno buona, e per i relativi incazzamenti quando sbaglio a fare qualcosa.
Comunque sia, che sia un’annata come il 2008 o meno, sarà un successo! Perché come sempre ci metteremo tutta la passione e l’amore possibile, tutto il sudore ed i sorrisi che ci usciranno.
Detto questo, questa serata per me vignaiola/cantiniera si conclude con un buon sonno ristoratore, perché domani si pota!!

martedì 9 febbraio 2010

io e Superciuk


Sono molto onorata dell' intervista che mi ha voluto fare Superciuk.

Un modo semplice ma importante per far capire le idee e gli ideali dell' Azienda Agricola Gatti Lorenzo.

QUA il tutto.

mercoledì 3 febbraio 2010


Pubblico con piacere una piccola recensione sul dvd ”Piave e Negrisia: paesaggi fluviali” , nato da un progetto che accorpa diverse persone e realtà quali il Comune di Ponte di Piave, la Provincia di Treviso e Roberto Pescarollo e tanti altri.
Il dvd raccoglie testimonianze, foto ed interviste di personaggi noti del paese: c’è una slideshow che riguarda Goffredo Parise e la sua Casa Museo, con un viaggio virtuale all’interno della dimora da lui abitata nell’ultimo suo periodo di vita; con anche foto della casa delle fate e di lui, nonché un contributo vocale dello stesso.
C’è poi una testimonianza verbale-visiva di Antonio Lorenzon detto “canagoea” intervistato nella sua “Piccola Venezia” la sua osteria-trattoria: molto toccante e vera.
Segue un contributo su Giuseppe “Bepi” Davanzo, il famoso architetto originario di Ponte di Piave che ha disegnato e progettato l’attuale struttura delle scuole elementari del mio paese ricevendo premi importanti. Oltre che anche scrittore di libri, uno su tutti “Albergo alla Stazione”.
C’è poi una parte che riguarda i luoghi del paese, fluviali e non con diverse foto dell’archivio di Aldo Cenedese, apprezzato fotografo che ha saputo “fermare con un click” i volti, i luoghi e le vicissitudini del mio paese.
Consiglio l’acquisto per ricordare la storia della nostra terra e portare avanti la nostra cultura

Qua il resto

domenica 31 gennaio 2010

dicono di noi

Con piacere copio questa recensione di Claudia, un’amica enologo come me che lavora alle cantine Intesa.
Donna di vino, diplomatasi al Cerletti come me, un po’ più grande di me, conosciuta in Vinix.
Ho avuto l’idea di spedirle dei campioni del vino 2008, rispettivamente il Prosecco, il Bianco Campagne 29 (alias Tocai) ed il Merlot, per sapere che ne pensava da collega a collega, se erano vini “fatti coi sacri crismi”, e soprattutto per capire se stavo e sto facendo il mio lavoro fatto bene.
Quello che sto cercando di costruire è una mappa di giudizi e pareri soggettivi ed oggettivi.
Il parere soggettivo è: mi piace, non mi piace; incontra il mio gusto, non incontra il mio gusto.
Il parere oggettivo è: è un vino sano, non lo è; è strutturato o meno; è completo o manca.
Questo perché ci tengo a fare le cose fatte bene, perché credo che se una cosa è fatta bene è anche più piacevole alla vista, al gusto e a tutti gli altri sensi, e fare questa ricerca mi porta a migliorare me stessa e i nostri prodotti.
Potrei usare le schede di degustazione, ma in questa fase di partenza (mia e dei nostri vini) mi interessa più capire se il prodotto incontra o meno il gusto di chi lo assaggia, sia esso professionista o semplice bevitore.
Forse vado controcorrente, ma sposo la citazione di Claudia che “il vino è fatto per essere bevuto in momenti conviviali, apprezzato nel consumo quotidiano”.
Ecco quindi un pezzo della sua recensione, la potete trovare interamente con i vari commenti qua su Vinix e qua su Facebook.



"In questi giorni di totale delirio apro il pc di casa e trovo la mail di Carolina Gatti che in questo ultimo anno ho scoperto con piacere avere un sentire enologico molto simile al mio, che mi chiede se mi poteva mandare qualche bottiglia di sua produzione, così per confrontarci, per scambiare pareri.
Ovviamente ho detto SI e qualche giorno dopo è arrivato il pacco con le bottiglie .
Avrei potuto fare la degustazione professionale, usare la scheda di valutazione degli enologi e dei sommelier che utilizzano nei concorsi enologici, oppure completare una ruota di descrittori .
Ma il vino è fatto per essere bevuto in momenti conviviali, apprezzato nel consumo quotidiano e così ho fatto.
L’occasione conviviale è arrivata domenica scorsa in un pranzo fra amici a casa mia: tortelli di patate come primo, lepre in salmi ed ossobuco come secondo, patate al forno e insalata russa come contorno, la compagnia di amici era delle migliori, di quelle che apprezzano il buon vino el il buon cibo.
Mi sono dimenticata di essere un enologo che vive e mangia dal mondo del vino, e sono diventata Claudia che ha ricevuto un regalo da un’amica e che non capisce nulla di descrittori e di temperature di degustazione.
Ho aperto il pacco con curiosità e sono rimasta piacevolmente colpita dalla semplicità delle etichette che ho riportato, immediate che vanno dritte al cuore, quei due gatti sono molto sornioni...
La prima bottiglia è il Prosecco IGT ‘sur lie’ prodotto della migliore tradizione trevigiana; Carolina nella scheda tecnica suggerisce la decantazione in caraffa visto che l’affinamento in bottiglia sui lieviti causa un leggero deposito ed intorbidamento.
È meglio bere un po’ di precipitazione proteica, tartrato di potassio e di calcio , oppure è meglio degustare una soluzione di gomma arabica, meta tartarico e carbossimetil cellulosa?.
Io personalmente non l’ho scaraffato e ce lo siamo goduto nella sua fragrante sapidità.
Il Tocai mi ha piacevolmente stupito: l’iniziale riduzione all’apertura ha lasciato ampio spazio ad una pienezza di corpo che non mi aspettavo di trovare, poca teconologia e tanto tanto territorio.
Ogni cantiniere, enologo, produttore ha le sue ‘ bestie nere’ enologiche, il vino ‘che avrebbe voluto fare’ ; la mia bestia nera è il Merlot che non sempre riesco a rendere equilibrato .
La bottiglia di Merlot (la terza che Carolina ha voluto omaggiarmi)l’ho bevuta tutta io con la lepre al salmi. Nel Merlot di Carolina ho trovato tutto quello che stavo cercando da questo vitigno: Frutto, freschezza e giusto corpo.
I vini di Carolina sono stati per me una gran bella emozione, gradevoli, con un approccio onesto, senza infingimenti.
Grazie Carolina di avermeli fatti conoscere"

lunedì 4 gennaio 2010

Aspettando il panevin



Il PANEVIN si celebra la notte del 5 gennaio e le sue origini sono sicuramente antichissime, sembra che questa usanza risalga ai riti celtici: essi infatti accendevano dei fuochi per ingraziarsi la divinità relativa e bruciavano un fantoccio rappresentante il passato, fu poi influenzato dalla fede cristiana che ne ha voluto vedere il mezzo per illuminare la via ai Re Magi che si erano smarriti.
Originariamente celebrava col fuoco il solstizio d’inverno che, secondo il Calendario Giuliano, cadeva il 25 dicembre; tale evento coincise in seguito col giorno della nascita di Gesù ed infine fu spostato di 12 giorni alla vigilia dell’epifania.
Simboleggia la speranza e la forza di bruciare il vecchio (non a caso si può bruciare la "vecchia" posta sopra la pira di legna) e la direzione delle scintille viene letta come presagio per il futuro: in Veneto se si dirigono verso est ci sarà buona sorte nei mesi a venire, se si dirigono verso ovest sarà tempo per andare in cerca di fortuna.
Si noti allora il proverbio se le fuìve le va a matìna, ciòl su'l sàc e và a farina; se le fuìve le va a sera pàn e poènta fa piena a caliera ("se le faville vanno a oriente, prendi il sacco e va a farina; se le faville vanno a occidente, pane e calderone pieno di polenta").
Mentre il falò ardeva, i contadini in cerchio gridavano e cantavano varie formule augurali. Il rogo viene talvolta benedetto dal parroco con l'acqua santa e lo scoppiettare del fuoco veniva identificato con il demonio infuriato che fuggiva.
Il panevin è composto da un cumulo di tralci secchi, sterpaglie, legna e quant’altro un tempo era inutile e destinato ad essere bruciato; può essere alto fino più di 10 metri, con la base circolare con diametro 7 - 8 metri.
Spesso sulla sommità del panevin viene posto un fantoccio dalle sembianze di una vecchia signora, chiamata "vecia" responsabile di tutti i malanni e sfortune dell'anno appena passato.
Il rito dei fuochi è anche un momento in cui la comunità si raccoglie per stare in compagnia. Viene accompagnato dalla degustazione di vin brulè e di pinza, focaccia tipica di questa festa e cotta talvolta tramite gli stessi roghi. Attualmente, per l'occasione possono venire organizzati spettacoli pirotecnici.

Parlare di PANEVIN per me è dire della mia famiglia.
Da quando sono nata ho sempre partecipato al panevin che costruiva mio papà a casa nostra, prima da osservatrice bambina in cui ogni catasta mi sembrava una montagna, poi col passare degli anni anche da costruttrice aiutando.
Fare il panevin significa bruciare i “cavi” della vite, residuo delle potature invernali che sono stati seccati dalle intemperie che in qualche modo scacciavano anche le disgrazie dell’anno passato per accattivarsi quelle dell’anno nuovo.
Fare il panevin significa soprattutto ritrovarsi in compagnia, guardando la catasta che brucia e intonando la canzone propiziatoria per far si che i sacchi siano pieni di farina, e poi bere un buon bicchiere di “brulè” e mangiare una fetta di pinza o di salame fresco cotto sempre assieme.
Il nostro panevin una volta veniva fatto mettendo i tralci secchi con la forca: mio papà e i suoi amici iniziavano il giorno prima dell’accensione e su col lavoro di forca, accatastando bene il tutto attorno ad un palo di solito di acacia.
Ora usiamo un ragno per poter essere più veloci e poi quando questo non arriva più su si prosegue a suon di forche.
Non so mai che altezze abbiamo raggiunto, mai quelle mostruose di certe cataste altissime, però i 10 metri si, con bei diametri.
Poi c’è la preparazione della “veccia”, ovvero il fantoccio: usiamo una tuta da lavoro vecchia, riempita di fieno o paglia, fatta che sia bella cicciona e poi addobbata con scarpe vecchie, un ombrello, un reggiseno vecchio, qualche scatola di panettone di carta vuota, un cappello…. Non c’è limite alla fantasia, poiché questa operazione viene fatta assieme ai bambini che abitano vicino a casa mia e si sa che la loro fantasia è grande.
Quando il mucchio è fatto si attende con impazienza il momento in cui lo si accenderà, operazione che verrà fatta dal bimbo più piccolo presente assieme ad un adulto, sempre come segno di qualcosa che continua. L’attesa è fatta di tanti giri attorno a casa per controllare che nessuno gli dia fuoco prima di noi, sia mai!
Infine eccoci: acceso!! E vai di canti, risate, petardi, a volte qualche fuoco d’artificio fino a quando il fuoco non riscalda la faccia fin quasi a bruciarla, e poi festa in taverna fino a quando non ci si stanca.
Tra la gente che fa festa con noi ci sono anche le mie zie che assieme a me preparano la calza per le bambine più piccole che ho come vicine di casa: due piccole pesti che il giorno seguente resteranno a bocca aperta vedendo penzolare sotto la cappa del camino della stufa a legna un paio di calze ripiene di dolci, tutoli di pannocchia, noci, nocciole, mandarini, carrube, fichi secchi.
Calze ripiene di regali che si facevano una volta, quando non si era ricchi come oggi.
Regali preparati dalle zie con gli occhi brillanti, come se fossero loro stesse bambine.
Evviva il PANEVIN!!!!

El pan e vin
‘a vecia su pal camin
‘a magna i pomi còti
‘a me ‘assa i rosegòti.
Poénta e figadèi
Pà i nostri tosatèi.
El pan e vin
A pinza sul larìn
A pòenta sua gàrdea
E viva a vecia meneghèa
Co tre puldi in scàrsea!
El pan e vin
A vecia sul larin
A luganega sua gàrdea
Evviva a vecia meneghèa
Co tre puldi in scàrsea!!