Capita che, in una giornata di metà-fine agosto, mi sia presa 3 giorni di ferie intese come dolce far nulla, perché per il resto la mia vita è tutta fatta di ferie, ovvero momenti di relax debitamente infilati tra giornate lavorative intense.
Insomma sono finita nelle marche, più precisamente a Serra san Quirico dove un nostro amico ha una casa in montagna; luogo splendido, ricco di silenzio, di suoni, odori, colori che non mi appartengono e che trovo e ritrovo solo qua quando abbiamo la fortuna di venirci. Da qui a Montecarotto è praticamente un quarto d’ora… vuoi che non ci scappi una visita da Natalino? Detto, fatto.
Siamo capitati ieri dal buon Natalino Crognaletti, alias Fattoria San Lorenzo per deliziare il nostro palato di una degustazione dei suoi vini, e per salutare un viticoltore-contadino-enologo come me, oltre che un personaggio atipico (sempre come me medesima).
La Fattoria San Lorenzo è fatta di 31 ettari, molte oche, bella gente, vini strepitosi e perché no esperimenti sempre in corso nei “secchi” da 10 Hl che sono presenti in cantina al momento della vendemmia.
Parlare di Natalino e famiglia significa fermarsi ad ascoltare le parole che descrivono l’esperienza dei suoi vini, “vini che iniziano ad esser “buoni” quando sono finiti” dice Natalino… io vorrei che non finissero mai.
Siamo partiti con il Vigneto di Gino 2009, un verdicchio d’annata che in una sola parola definisco perfetto, di quelli che piacciono a me nella loro complessa semplicità; poi il Vigneto delle Oche 2008, verdicchio classico superiore sublime nella sua mineralità ed acidità. Il Vigna delle Oche riserva 2005 per noi non ha paragoni: assolutamente da provare per descriverlo.
Dei rossi menziono il Vigneto Paradiso, lacrima al 100%: io credo che non ci sia lacrima più buona di questa, se c’è fatemela assaggiare.
Il giorno dopo ci siamo distesi in quel della Distesa, dal buon Corrado Dottori che ha in primis un agriturismo davvero bello e ben curato, e poi dei vini che anche lui… dire buoni è poco.
L’abbiamo scovato in cantina e subito ci ha fatto vedere e spiegato i suoi vigneti: uno ha viti un po’ datate, l’altro viti di un anno.
Ho voluto assaggiare “sul campo” qualche acino e l’ho trovato dolce, ma di un dolce diverso da quello a cui siamo abituati, merito sicuramente delle sue pratiche in vigneto.
Poi ci ha portato nelle “segrete” della sua cantina, dove ci ha fatto assaggiare vini direttamente da vasca e da barriques: le riserve del verdicchio ed il suo rosso. Non c’è nulla da dire a parte che sono vini estremamente buoni e netti, fatti su vigna “viva” nel senso che si vede che è viva davvero e soprattutto appassionati.
Ho trovato il verdicchio molto interessante, molto vicino ai miei gusti di vino, con una mineralità tipica dei terreni argillosi; il rosso molto corposo e rotondo, ma più del gusto mi han colpito i colori ed i riflessi di questi suoi vini: vivi!
Che dire, sono molto felice di esser andata a trovare due persone che stimo molto e di aver assaggiato il frutto delle loro fatiche e delle loro idee. Grazie!!
ps: mi scuso ma per il momento non ci sono foto...