martedì 19 novembre 2019

di ritrovamenti


È strano come serve perdersi per poi ritrovarsi, come quando si scappa per poi ritornare per risentire gli odori, i profumi ed il sapore di ciò che è casa.
Torno, spero non sia solo un passaggio, l'ennesimo, per aprire le finestre di questa “casa” e spazzare un po' la polvere... vorrei che fosse un appuntamento in cui mi fermo e mi prendo tempo per me, che il tempo è diventato una cosa molto distante dagli orologi di questo mondo.
La mia vendemmia è finita il 28 ottobre con sua maestosità il raboso, ed ora mi sto dedicando tra la cantina, gli attrezzi da mettere in letargo, i vigneti da preparare per l'inverno e le solite carte.
Fino ad ora è stata una vendemmia strana, in un'annata per nulla facile, in cui si sono mescolati sentimenti controversi: gioia, fatica, rabbia, incapacità di accettare gli stop forzati e consapevolezza che dobbiamo raccogliere i “frutti” che l'annata ci lascia, siano essi da albero o da vita.
Alla fine non si è padroni di nulla, benché pensiamo di esserlo di tutto...
Sono arrivata al momento della vendemmia stanca di corpo e sopratutto di testa, ho avuto dei momenti di spavento e paura, in cui la matassa era tutta aggrovigliata e attorniata di nebbia fitta, in cui credevo di aver perso il bandolo. Mi sono ricalibrata, anche grazie al supporto di chi mi vuole bene, e della magnifica squadra che mi ha supportata e sopportata in questa vendemmia.
Adesso sono in quel limbo che ha ogni guerriero che torna da una battaglia lunga e faticosa.
Il bilancio della vendemmia è dato da un 30-35% in meno di vino finito.
L'uva pesava poco quindi minor resa, in uno stesso grappolo c'erano 3 tipologie di grandezza degli acini: quelli fioriti bene, quelli colpiti da acinellatura perché fioriti nel bel mezzo della pioggia, quelli colpiti dalla peronospora.
Non è mancato qualche caso di marciume acido e qualche altro di botrite buona.
I mosti hanno avuto comportamenti diversi, per esempio il verduzzo con cui facciamo il Canaja, nonostante la macerazione di 24 giorni e le continue follature e rimontaggi non ha estratto il suo solito colore giallo ambra.
Il Prosecco con cui facciamo il Bolle Bandite è a mio avviso troppo acido nonostante la maturità giusta in campo, i rossi sono venuti profumati ma non mi convince il colore... è mancato il sole, benché ci sia stata caldazza.
La nebbia che ho nel cervello è ancora li, si diraderà man mano che i vini “usciranno”, è comunque chiaro che le bottiglie saranno meno ma spero migliori.
Non sono ancora arrivata a fare quello che vorrei, e le varianti che non me lo permettono sono molte, alcune arrivano tra capo e collo quando ti pare di esser arrivato sulla cima e invece... invece era solo un colle, l'ennesimo.
Io però non mi do per vinta...

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