Oggi vi racconto di quella potenza
della natura che è la bellussera.
Sul finire del 1800 I fratelli bellussi
di Tezze di Piave inventarono la bellussera.
Che cos'è una bellussera? E una forma
di allevamento caratterizzata da 4 o 6 viti, inizialmente sostenute
da un tutore vivo – il gelso - , che poi venne sostituito con un
palo secco ed infine con un palo di cemento. Ognuna delle viti ha un
cordone permanente lungo 3 o 4 metri che viene potato a sylvoz; esso
è inclinato verso l'alto e va portato nell'interfila. Se osservato
dall'alto sembra una raggiera.
Tale sistema da una forma alla vite
ampia ed espansa, alta da terra nella parte più bassa circa 1.80 mt
e in quella piu alta 4; in questo modo il raccolto è più sano e più
ricco. In più per la vendemmia veniva usata l'abbondante manodopera
della famiglia, ed il gelso era usato tramite le sue foglie per
allevare I bachi da seta.
La notevole altezza aveva la doppia
funzione di limitare I danni sia delle gelate primaverili, che delle
nebbie autunnali.
È stata parte del paesaggio viticolo
della zona del Piave fino a pochi anni fa, quando l'espianto a
beneficio dei nuovi sistemi di allevamento ne ha indotto l'abbandono;
resta comunque visibile in qualche raro vigneto.
Io qua a casa dei miei ho tutte
bellussere, per tutte e 7 le varietà che produco, alcune sono
giovanissime (8 anni) altre più vecchiotte (anche 80 anni). Alcune
le ha piantate mio nonno, altre mio padre, l'ultima c'ero anche io.
Qualcuno mi prende per pazza ad avere
le bellussere, forse perchè non capisce il senso di tutto ciò, e
qualcun'altro insinua che ho la bellussera per fare più uva.
E noto che la bellussera se non la contieni fa uva – tanta tanta, fino a 500 ql/ettaro – perchè è un “drago”; inutile dire che a queste produzioni dura pochi anni.
E noto che la bellussera se non la contieni fa uva – tanta tanta, fino a 500 ql/ettaro – perchè è un “drago”; inutile dire che a queste produzioni dura pochi anni.
Noi in azienda attuiamo la regolazione
della carica di gemme in potatura, il che detto in parole povere
consiste nel tenere archi corti (5 gemme utili) anche nelle varietà
come prosecco e raboso in cui andrebbero un pochino più lunghi. E
naturalmente 3-4 archetti, massimo 5 nel pinot chardonnay che fa poca
uva di suo.
Il fatto che non usiamo concimi ci
permette di avere una viticoltura realmente sostenibile con la
bellussera: il contenimento della chioma è abbastanza regolato dalla
lunghezza del cordone e dalle radici profonde; se li usassimo avremmo
una foresta verde.
L'osservazione del “mondo bellussera”
l'ho iniziata da piccola perchè era quello che vedevo nei campi: era
facile osservare che gli uccellini facevano I nidi tra le fronde, o
che le lepri facevano la cuccia accanto ai piedi dei ceppi dove
l'erba era più alta, o che il fagiano era più felice sulla punta
del cordone che sulla base. Poi sono passata all'osservazione
viticola: pochissime gelate perchè le gemme stanno in alto,
pochissima sofferenza nei mesi caldi perchè la chioma fa da ombrello
al sole.
Certo nei mesi da deserto occorre
l'irrigazione di soccorso, ma solo in un pezzo di terra che ha
prevalenza di argilla che tende a seccare più velocemente.
Perchè non rinnovo I miei vigneti?
Perchè in un mondo che distrugge tutto ciò che reputa “vecchio”
io voglio mantenere le mie vecchie bellussere, con le mie vecchie
viti, che mi fanno l'uva come dico io, ai gradi babo che dico io.
E chissenefrega se non è un sistema
meccanizzabile, se le lavorazioni sono per l'80% a mano e se la
fatica ed il tempo di starci dietro sono tanti: ho 5 ettari e mi
bastano e li lavoro con gioia.
Il problema è che tra qualche anno
sarà bandita... ce ne occuperemo quando ci interpelleranno, per ora
lasciamola li.
Vorrei che ogni essere umano provasse
la gioia di camminare in una bellussera, o di farci un pranzo estivo
sotto la chioma... mi rendo conto che sono proprio una persona
fortunata.
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